2.04.2012

Born To Die by Lana Del Rey

Apro Facebook e scorro la pagina iniziale. Quello che trovo sono i soliti link bimbominkiosi sull'amare (questo amare, poi) e link vari di pagine comiche oltre alle solite pagine di Gaga che mi riempiono di notizie. Ma, oltre a questo, quello che vedo è tanto video sharing, tanto YouTube infiltratosi su Facebook, soprattutto questa canzone, "Born To Die" di questa Lana Del Rey o-come-si-chiama.
Ma no, io sono forte. Lady Gaga mi da già tanto, non voglio altri artistuncoli da strapazzo che si fingono grandi star. Sarà che io il finto alternativo ce l'ho sullo stomaco, ma quei ragazzetti che ascoltano Adele solo perché pensano che sia alternativa, quando alternativa non lo è proprio, mi da tantissima irritazione: fa calare la mia stima su di loro e su Adele, che intanto sta prendendo sempre più piede. 
Questa Lana Del Rey mi da tanto questa impressione: di una finta alternativa con i soldi a portata di mano.
Non so cosa mi abbia portato, quel giorno, a premere il tasto play di YouTube sul video "Lana Del Rey - Born To Die", so solo che è stato un giorno felice. Ma chi è questa Lana Del Rey? Peché era così cliccata su YouTube?
Lana Del Rey è una Lolita bucolica, una Jessica Rabbit senza abito rosso con spacco, una Judy Garland gangsta. Cosa colpisce di lei, oltre la sua immagine così patinata e raffinata eppure così tagliente e d'impatto? Forse la sua voce? Che voce ha Lana Del Rey? Ha una voce che usa toni prevalentemente bassi, con qualche falsetto qua e là. 
In realtà Lana Del Rey era già conosciuta ai pochi newyorkesi alternativi underground sotto il nome di battesimo Elizabeth "Lizzy" Grant. Aveva anche inciso un album, facilmente rimediabile su internet, tra l'altro, che non è mai stato pubblicato. Ritentiamoci un'altra volta: stessa voce, più artifizi elettronici, più tossina botulinica nelle labbra e via, sotto la Interscope-Lady Gaga-Records! Cosa ne esce fuori? Born To Die. 
Perché mi è piaciuto Born To Die? Perché è pop, ma un pop talmente raffinato e godibile da risultare effettivamente un alternativo. Voce curatissima e modulata, immagine luccicante, melodie semplici ma ben imbastite, questo è Born To Die. Recensiamolo traccia per traccia.


BORN TO DIE inizia con l'omonimo singolo, che tiene anche un bel video che consiglio di vedere. Cosa mi ha catturato di questa canzone? Il pathos, il sentimento di amore e morte espresso in modo sobrio ed elegante, dark pop senza troppi fronzoli, solennità e "castità" melodica, tante sviolinate.
E poi abbiamo OFF TO THE RACES e qui abbiamo la prima rivelazione. Completamente diversa dalla precedente, questa canzone appare molt "gangsta" e in certe sezioni è rappata, davvero bella e "diversa".
E poi abbiamo BLUE JEANS, con quei toni un po' western, con quell'atmosfera da vinile, con quella compostezza e pacatezza ma allo stesso tempo con quel sentimento amoroso espresso nella sua pienezza.
E dopo Blue Jeans abbiamo VIDEO GAMES, canzone già più conosciuta rispetto ad altre e ad oggi la più performata. Ricchezza melodica completamente annullata e ridotta ad un pianoforte, qualche violino ed un arpa. Ah, e la voce, che in questa canzone cattura, avvolge, commuove, ferisce, quasi, per la malinconia, per la tristezza.
DIET MOUNTAIN DEW mmmmmh, potevamo fare di più? Sì, potevamo decisamente fare di più. Alla fine non è neanche male come canzone, ma non è una delle migliori, nonnò.
Una canzone veramente bella, invece, è NATIONAL ANTHEM, romantica a modo suo ma molto "consumistica". D'altronde i soldi sono l'inno del successo, no? Archi e fuochi d'artificio da 4 luglio, solennità, gangsta, quello che vuoi, rimane una grande canzone. Singolo subito!
Ma se National Anthem è una grande canzone, siate deliziati ancora di più da DARK PARADISE, che è in assoluto la canzone migliore dell'album.
In un certo senso fa tanto tristezza mal celata, malinconia palese, bei giri di basso per poi sconfinare in un bridge che rinnega tutta la canzone, allegro, positivo, che ti strappa un sorriso appena lo ascolti.
RADIO non è affatto malvagia, però devo dire che è un po' monotona, a parte il ritornello che mi piace tantotantotanto.
Dopo Radio arriva CARMEN, e su Carmen ci sarebbero tantissime speculazioni che dovrei fare a proposito della mia personalissima persona, ma mi fermerò alla canzone. Sviolinate melense in maniera spropositata, ritmo trascinato e voce antica, a tratti un po' rotta, bellissima.
MILLION DOLLAR MAN non ci siamo, rimandato con 4! Nonnò, proprio no. Non ci siamo, signorina Del Rey! Canzone pallosa fino all'inverosimile. Saltatela ed avrete salva la vita.
E poi abbiamo SUMMERTIME SADNESS che devo dire non mi dispiace affatto. Prima non mi piaceva poi così tanto, poi ho iniziato ad ascoltarla veramente, e devo dire che coinvolge abbastanza.
Come brano di chiusura ci perviene THIS IS WHAT MAKES US GIRLS, un abbastanza riuscito di introdurre un po' di RnB. Personalmente trovo leggermente migliore la versione demo, ma neanche questa delude.


In toto questo album vale. Alcuni lo potrebbero etichettare come monotono, ma è solo omogeneo, concluso. Non è un misto fritto, non è un pasticcio, è un album che inizia come finisce, sempre dello stesso genere. Ottimo. Davvero ottimo.

















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