1.24.2012

Acciaio di Silvia Avallone

Ed eccomi con una recensione letteraria: Acciaio di Silvia Avallone.
Acciaio è un libro che ho comprato così, perché avevo bisogno di libri, spinto nè dalle buone recensioni, nè dalla fama che si era fatto. Perché questo libro è il finalista del premio Strega 2010, che poi è arrivato in mano ad Antonio Pennacchi con il suo "Canale Mussolini" ma è riuscito ad avere il successo che merita. 
Ma cosa ha colpito di questo romanzo? Forse la sua scrittura effettivamente magistrale ma comunque fluida e scorrevole, forse le analisi dei personaggi, forse il contesto sociale. In tutti i casi, rimane un grande libro, e non l'avrei mai detto!
Abituatomi ormai con Murakami, ho diffidato n po' quando l'ho preso in mano per leggerlo, come a dire "Vediamo se vali il prezzo che ho speso per averti", faccio il mio solito segnalibro con un foglio da copisteria piegato in quattro ed inizio a leggere, e quello che leggo non è niente male!
Insomma, lo assorbo, lo imprimo nella mente, me lo mangio, lo finisco e ne rimango un po' triste. Assolutamente meravigliato dall'enormità che questo libro presenta e descrive, enormità che si concentra in una via di Piombino con, imperiosa, un'acciaieria, che minaccia tutti di vivere per lei a vita. Qui conosciamo le due protagoniste: Anna e Francesca, amiche per la pelle, per la vita, il cui legame non potrebbe essere spezzato, se non dall'amore che Francesca prova per Anna, amore che Anna non prende sul serio, che guarda con diffidenza. Ed attorno a questa storia si legano altre storie, tutte le storie di via Stalingrado, con l'acciaieria Lucchini che guarda verso di sè. Un romanzo corale ma allo stesso tempo intimo, privato. Un romanzo introspettivo ma di grandi voci, voci che gridano tutte assieme, voci che dicono "leggi prima me!". Quindi troviamo Alessio, fratello di Anna ed innamorato di Elena, figlia dell'alta borghesia, tutta linda e pinta nel suo lavoro; Cristiano, che dopo una relazione con una straniera, si ritrova con un figlio che non vede mai; Sandra, donna in carriera, che non ne può più di suo marito Arturo che però ama nonostante i suoi affari loschi; Rosa che dipende in tutto e per tutto ad Enrico e che deve stare a guardare quando sua figlia Francesca viene aggredita da suo padre. 
Non un solo personaggio, ma tanti, che si presentano tutti insieme, insieme a via Stalingrado e alla Lucchini.


Un romanzo davvero bello, dove si descrive la realtà di chi si ammazza la schiena, di chi vive semplicemente, di chi vive con il sogno delle spiagge dell'Isola d'Elba a quattro chilometri.


Per Rizzoli Vintage pp.360 €13.00





 

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