2.11.2012

I was made for loving him, the fashion of his love.

Cosa spinge la gente a suicidarsi? Forse un sentimento di inquietudine ed inadeguatezza, una vita che sta troppo stretta oppure una mancanza, qualcosa che cerchiamo e che ci sfugge sempre. Ma, se cerchiamo la felicità, abbiamo da cercare una vita intera probabilmente senza mai trovare niente.
Ma cosa cercava Alexander McQueen? 


Sì, questa è una sua memoria, una sua celebrazione.


Chi era Alexander McQueen? E, se vi dicessi "le scarpe strane di Bad Romance"? Ecco, esatto. Ma Alexander McQueen non era solo questo. McQueen era un artista, più che uno stilista, era un architetto della moda e dello stile e le sue opere d'arte si indossavano. Cercava sempre le forme più improbabili per i suoi capolavori, i concetti più assurdi, le fantasie ed i tagli più inconsueti. Cercava la perfezione, McQueen, l'arte e la bellezza, e considerava bella anche quel dettaglio che molti potrebbero bollare come "macabro". Dove stava la sua particolarità, la sua caratteristica? 
Lui raccontava attraverso i vestiti, narrava delle storie.
Narrava delle donne lasciate da sole a casa dai mariti soldati durante la battaglia di Culloden, del loro lutto "a prescindere" e del romantico pensare ai loro uomini in battaglia, ma sempre sulla stessa battaglia narrava del vero e proprio stupro che l'Inghilterra fece nei confronti della Scozia. Ma narrava anche dei cambiamenti climatici, delle corride e dei matador, narrava delle bellissime fiabe burtonesche dai tratti grottesci ed inquietanti. McQueen lavorava qualunque materiale: dal pizzo al ferro, dalla seta ai capelli, dal tweed alle conchiglie, dai ricami più raffinati al tulle strappato e lacerato dall'acqua, dalle perline ai fiori veri, dai tessuti tecnici al latex fino al legno (e non solo nelle calzature). Era uno scultore, un artigiano. 
I suoi lavori andavano dal tipico taglio classico al taglio classico rivisitato ed artisticizzato fino a vere e proprie opere d'arte scultorea.
Alexander McQueen era uno degli uomini con più fantasia e più creatività che potessero calpestare il suolo di questo grato a loro mondo. Ma ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio, oltre che in passerella.
McQueen era un uomo timido e lo so capiva dal fatto che, quando finiva una sfilata, si concedeva per alcuni secondi ai fotografi ed agli applausi, ringraziando con un inchino, un cenno di saluto con la mano ed un sorriso timido, compiaciuto e felice ma contenuto, come se vivesse una gioia interiore e lo desse poco a vedere. Non percorreva neanche tutta la passerella, infatti dopo questi piccoli gesti si rifugiava nel buio del backstage, dove operava e lavorava. Ed ancora più a suo agio si sentiva tra macchine da cucire e tessuti. 
Ma, dopo la morte di qualcuno a noi caro, non vorremmo vivere più neanche noi, e questo Alexander lo sapeva. Quindi, dopo la morte della madre, si strinse una corda attorno al collo.


Il mondo, quell'undici febbraio dell'addì duemiladieci, perse una personalità creativa e fantasiosa quanto tormentata ed irrequieta. 
Ricordiamolo.

Nessun commento:

Posta un commento