5.27.2012

L'Uccello Che Girava Le Viti Del Mondo di Haruki Murakami

Salve!
Il libro di cui parlo oggi è L'Uccello Che Girava Le Viti Del Mondo di Haruki Murakami.
Murakami è uno dei nomi più famosi della letteratura contemporanea orientale, ed è proprio per questo che è famoso, per il suo stile inconfondibile, per la sua scrittura sempre particolare ed inconsueta.
Ho iniziato ad amare questo autore dal primo romanzo che ho letto, Dance Dance Dance, e da allora non l'ho più lasciato. Fino ad ora, il miglior libro che ho letto rimane Kafka Sulla Spiaggia, quindi lo userò come metro di valutazione.

Allora, partiamo dalla trama (come se a descrivere un libro di Murakami, ci si possa limitare alla trama).
Okada Toru ha appena lasciato il lavoro e fa il casalingo in casa. Ha una moglie, Kumiko, e sono molto innamorati, ma da quando è scappato il gatto di casa, Kumiko non è più la stessa. Toru dovrà, incontrando una baraonda di personaggi dai nomi, dalle caratteristiche e dalle storie particolarissime, trovare non solo il gatto, ma anche Kumiko.

Come ogni libro di Murakami, il confine tra realtà, fantasia, storia, sogno ed immaginazione è labile come le pareti di una bolla di sapone. Molto spesso ci si perde, cercando di capire in che dimensione stia viaggiando/vivendo il protagonista, ma questo è sempre stato un dettaglio che ho trascurato. Nei libri di Murakami il dove e quando sono irrilevanti, e ci si deve preparare ad un vero e proprio caos letterario che però risulta ipnotico, magico, misterioso.

Purtroppo, però ci sono alcuni dettagli che vanno a sfavore del romanzo (irrilevanti, per carità, ma utili alla stesura di un'opinione corretta).
Il primo è la crudità di certe scene, e questo lo si può notare anche in Kafka Sulla Spiaggia. Certe scene particolarmente sanguigne sono troppo volutamente accentuate, troppo descritte, però sono atte a sottolineare il disgusto che prova il protagonista nel vederle. A me non hanno dato per niente fastidio, ho un senso del macabro che fa sì che queste cose non mi pesino troppo, però a molta gente potrebbero disgustare, potrebbero essere considerate insane, troppo spasmodiche, troppo particolareggiate e cruente (ed oggettivamente è vero).
Il secondo punto (puramente personale) è la pesantezza di questo libro. Questo libro pretende da te una lettura molto attenta, non una lettura superficiale, perché potresti, tra dimensioni/tempi/storie differenti, perdere il filo molto facilmente. E poi è stato un parto. E' un libro lunghissimo, però è stato davvero bello leggerlo.

Consiglio Murakami. Fa dei libri stupendi, dalle atmosfere nebulose e surreali, dove mai tutto è chiaro, ma è sempre avvolto dal mistero, dove l'onirico sembra fondersi con la quotidianità, dove l'ovvio non è mai ovvio e lo strano non è mai strano.

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