2.25.2012

Womb di Benedek Fliegauf

Parliamo di cinema, e parliamo di cinema "alternativo".
Il film di oggi è Womb di Benedek Fliegauf con Eva Green e Matt Smith.
Questo film è stato decantato per alcuni aspetti, criticato per altri ed è stato finito un fantascientifico filosofico, visto che la storia tratta il tema della clonazione senza, però, artifizi ed effetti speciali tipici del genere.

Questo film parla di Thomas e Rebecca, due bambini di dieci anni che diventano amici e che si innamorano. Però Rebecca deve partire per il Giappone con i familiari, e quindi sono costretti a non vedersi più. Rebecca aspetterà di tornare in patria, dodici anni dopo, per rivedere Thomas e provare di nuovo a diventare amici. Amici lo diventano, e si ri-innamorano da subito, grazie al fatto che nessuno dei due abbia perso i sentimenti e i ricordi di tanti anni fa. 
Un giorno, però, il destino vuole, con un incidente, che sia Thomas ad andarsene e a lasciare Rebecca in preda ad una tristezza talmente folle ma talmente latente ed intima da impedirle di "esplodere". Tenta il suicidio ma non ci riesce e la sua vita si riduce ad attimi di malinconia, fino a quando Rebecca decide di riportare in vita Thomas tramite la clonazione ed offrire il suo grembo (da qui Womb) per questo esperimento, che andrà a buon fine. D'un tratto, quindi, Rebecca si ritrova una copia esatta di Thomas, dove riverserà tutto il suo viscerale affetto proteggendolo come se fosse una bambola di porcellana. Per il nuovo Thomas il padre è morto in un incidente d'auto prima che nascesse (cosa vera, ma non la completa verità) e rimane credendo a questa cosa fino a quando non cresce.
Diventato un uomo, Thomas si innamora di Monica, che andrà a vivere assieme a lu e a Rebecca. Per Rebecca inizierà un lungo "calvario" visto che è ciecamente gelosa di Monica che non può cacciare da casa, perché è la ragazza di suo figlio anche se ormai non è più suo figlio, ma il suo innamorato. Ma lei rimane sua madre, come può gestire una madre un rapporto d'amore talmente spasmodico da sfociare nel rapporto sessuale?


Sicuramente questo è un film strano, "di stomaco" visto che tratta il tema dell'incesto e visto che lo fa in un modo abbastanza esplicito.
Quello che ho apprezzato di più del film è il fatto che ti lascia un senso di vuoto, di "piccolezza" davanti ai paesaggi infiniti in cui è ambientato il film, davanti al silenzio costante e davanti all'enormità del problema affrontato.
E' un film particolare, che sicuramente in pochi potrebbero trovare godibile, ma questo film non è stato fatto per essere definito godibile...




 

2.24.2012

Not A Perfume by Juliette Has A Gun

Allora! Il profumo di oggi è Not A Perfume di Juliette Has A Gun.
Ho già presentato il marchio ma mi accingo a rifarlo (al massimo saltate questa parte). 
Juliette Has A Gun è un marchio di profumeria di nicchia fondato da Romano Ricci (nipote di Nina Ricci) e si basa su, in un certo senso, una rockizzazione della figura romantica di Giulietta (quella si Shakespeare) attraverso fragranze particolari ed innovative ma comunque portabili.

La fragranza di oggi è appunto Not A Perfume; il nome della fragranza aggiunto al fatto che sia una fragranza crea un ossimoro davvero interessante. Quale è la particolarità di questa fragranza?
Questa fragranza non sa di niente, o meglio, sa di ambroxan.

L'ambroxan è un sostituto dell'ambra grigia (che non è più reperibile, visto che era una nota animale estratta dal corpo dei capodogli, fortunatamente diventati una specie protetta) che dovrebbe sapere di un fiorito/muschiato molto leggero e viene usata in profumeria come nota nascosta, atta a tirare fuori (o accentuare) i vari sentori di legni, fiori o muschi.
Quale è il bello di questo profumo? Che sa SOLO di ambroxan, e la cosa ancora più bella è che non fa che accentuare l'odore della nostra pelle rendendolo unico, particolare. La fragranza che si crea è una fragranza persistente se parliamo di durata, ma non se parliamo di scia: questo profumo è un concetto di usare il profumo, un modo, più intimo. Questo profumo non vi circonda di profumo, siete voi il profumo, è il profumo della vostra pelle con quella nota in più, quel nonsocché che la rende ancora più personale. E' un profumo discreto e "privato" visto che lo sentirà chi si avvicinerà a voi (per salutarvi, abbracciarvi etc), non è un profumo che si sente se passate camminando accanto ad una persona.
La cosa secondo me unica è proprio questa, il fatto che questo non sia un vero e proprio profumo (come il suo nome vuole ben sottolineare) perché tutto quello che fa è modificare sensibilmente l'odore della vostra pelle. Se nell'osmologia è la pelle che assorbe il profumo e lo modifica, qui è il contrario, ma non completamente: questo profumo, badate bene, dovete provarlo se volete comprarlo. So di persone che hanno usato questo profumo e so le loro reazioni dopo aver scoperto che su di loro era solo acqua, come so di altre persone che lo hanno trovato magnifico (e qui alzo la mano pure io).
Qual è il risultato? Il risultato (se lo sentite) è di una fragranza semplice, minimalista, elegante, pura. Su di me, ad esempio, sa di un fiorito acquatico molto interessante.

Quale è l'altra particolarità di questo profumo?
Questo profumo, essendo composto da una nota sintetica, non contiene allergeni del profumo. Ciò significa che anche la pelle più delicata e permalosa potrà usarlo e rimanere shockata dalla sorprendente semplicità di questo profumo.

2.22.2012

Womanity by Thierry Mugler

Saaaaalve, oggi recensisco un profumo.
Il profumo in questione è il tanto criticato Womanity di Thierry Mugler.
Thierry Mugler ci ha ormai abituati a dei profumi "strani", che potrebbero benissimo rientrare nel concetto della profumeria di nicchia, se non fosse che sono dei profumi abbastanza commerciali (pensate, anche il prezzo è di nicchia!).
Mugler ci ha in un certo senso shockati con certe fragranze, certe composizioni davvero particolari ed inusuali, ma forse è per questo che piace così tanto la sua profumeria. Ricordiamoci di Angel, così "avanti" per gli anni novanta, così "strano" e poliedrico, e dopo Angel seguirono A*Men (il marito di Angel), Alien e Womanity.
Ed è proprio su quest'ultimo che ci soffermiamo.
Perché è tanto "odiato" questo profumo?
Perché dopo tutta la vaniglia che ci hanno isegnato ad amare, dopo tutte le classiche note da donna, sentire di un profumo al fico e caviale ci fa storcere il naso sia prima che dopo averlo odorato.
Ma io sono un amante della profumeria "strana" e ho voluto provarlo.


Una sferzata frizzante e vitale di mare salato, di sole e di estate; una leggera nota legnosa di foglie di fico così mascolina e verde; un succoso e goloso sentore dei fichi che cogliete dall'albero, aprite e mangiate. Questo è Womanity, un succosissimo e saporitissimo fruttato salato boisé che tanto bene si sposa con le serate estive.
Un profumo intenso e persistente, adatto a tutte le occasioni, frizzante ma sensuale, adatto a tutte le donne ma anche a tutti gli uomini, racchiuso in una boccetta che sembra fatta apposta, tribale, primitiva.

Non c'è molto da dire sulla piramide: fico, caviale, foglia di fico.


Per quanto riguarda il costo dobbiamo dire che si, è abbastanza alto. Io ho comprato la versione da 10ml a 18 euro, considerando, però, che la boccetta è ricaricabile e che le ricariche sono venduta da 50 e 80ml (e costano molto meno).
E' un profumo verde, verde nell'impatto ecologico (davvero minimo, vista la questione delle ricariche e la confezione di carta ricicliata e riciclabile) e verde anche per gli animali, visto che tutta la cosmesi di Mugler (sia profumi che make-up) è completamente cruelty free.


Un profumo interessante, da provare.


 

2.21.2012

Hugo Cabret di Martin Scorsese

Parliamo un po' di film, anzi, recensiamoli.
Recensisco oggi Hugo Cabret di Martin Scorsese. 
Questo film è stato candidato a undici premi Oscar tra cui miglior film, miglior regia e migliore fotografi.
Questo è essenzialmente un film per ragazzi, ma è un film per ragazzi talmente ben fatto, talmente interessante che potrebbe sicuramente piacere anche ai grandi.
Di cosa parla questo film?
Questo film parla di un orfano, Hugo, che vive nella stazione ferroviaria di Parigi, dove, oltre a lavorare, cerca di aggiustare un vecchio automa che suo padre, ormai morto, aveva trovato nel museo dove lavorava. 

Ma purtroppo, per ripararlo, ci vogliono i pezzi adeguati, pezzi che Hugo si procura rubacchiando da un giocattolaio.
Il giocattolaio lo scopre, e scopre anche un quadernetto dove Hugo aveva descritto l'automa. 
Ma perché? Perché l'automa è una sua creazione, e lui non è altro che George Méliès, grande regista di pellicole fantastiche ormai andato in fallimento a causa della guerra. 


Cosa mi è piaciuto di questo film? Allora, dobbiamo innanzitutto dire che il 3D qui ci sta, non è una di quelle pellicole che sarebbe meglio vedere in due dimensioni. Il treddì gli conferisce, oltre alla dimensione, quell'effetto che vi farà sicuramente rimanere a bocca aperta.
La trama funziona ed è anche interessante, e poi vedere le Voyage Dans La Lune di Méliès in 3D è stato davvero commovente.
Un magnifico film per ragazzi, ma anche per vegliardi.







Madison Square Park di Bond No. 9

Oggi recensisco un profumo.
Il profumo in questione è Madison Square Park di Bond no. 9.
Il brand in questione è un brand di nicchia che commercializza profumi davvero molto cari ma a parer mio meravigliosi in tutti i punti di vista.
La particolarità di questo brand è che l'ispirazione per questi profumi la prende da New York. Infatti ogni profumo è ispirato a un distretto, ad una spiaggia, ad un quartiere o a qualche parco di New York.
Questo profumo è Madison Square Park, incontro tra la fashionissima e glamourous Fifth Avenue e la Broadway tutta teatri, con accanto il Flatiron Building, simbolo della New York antica, rivolta al passato ma che strizza l'occhio alla modernità impertinente e sontuosa dei grattacieli moderni. E questo profumo è proprio l'essenza di Madison Square Park: patinato e modaiolo come la Fifth Avenue e frizzante ed irriverente come le stelle emergenti di Broadway. Questo profumo è inoltre stato creato da Laurent le Guernec, che ha creato sempre per Bond no. 9 altre fragranze tra cui Astor Place, Park Avenue, i due speciali profumi dedicati ad Harrods (venduti esclusivamente da Harrods), High Line e Chelsea Flowers.

Questo è un profumo fresco, fruttato, fiorito, un po' verde ed erboso, goloso e succoso, adattissimo per l'estate. E' un profumo da donna (lo si vede anche dalla boccetta) ma io personalmente lo indosserei ben volentieri. Il bello di questo profumo è che non è la solita fragranza agrumata per l'estate ma non è neanche il solito fiorito fruttato al gelsomio ed albicocca. Di seguito le note.


TESTA: giacinto, mirtilli, erba
CUORE: rosa, tulipano rosa
FONDO: legno di teak, vetiver



Come vedete niente agrumi, niente notucce banalucce, niente di tutto ciò. Questo profumo ti urla nell'orecchio "estate" e ti fa venire voglia di rotolarti sull'erba, di urlare a squarciagola "It's summertime, fuck yeah!" e di regalare fiori a tutti. E' il profumo del buonumore, della bella stagione, dell'erba sotto i piedi e dell'aria profumata di fiori freschi.


Purtroppo, però, questo profumo costa una fucilata in tempia.
Il seguente profumo costa ben €178,00 suonati per il 50ml; per il 100ml, invece €258,00.


Tu, essere che lavori da C******** a Trapani, avrai il mio portafoglio sul cuore, ricordatelo.

2.15.2012

Cose Che Nessuno Sa di Alessandro D'Avenia

Oggi recensisco Cose Che Nessuno Sa di Alessandro D'Avenia.
Questo libro è entrato nella mia wishlist già da quando era uscito. Mi era piaciuto Bianca Come Il Latte, Rossa Come Il Sangue ed allora ho deciso di comprarlo.
Questo libro, però, appare molto diverso dal precedente anche se il succo è quello: un romanzo di formazione.
Dovendo fare dei parallelismi con Bianca Come Il Latte, Rossa Come Il Sangue potremmo dire che Cose Che Nessuno Sa appare effettivamente più "aulico" e meno volgare, volto più a farti leggere tante belle frasi che scriverai nel diario o come stato su Facebook. Il primo libro questo atteggiamento non lo adotta, o almeno non completamente. Essendo la mente ed i pensieri di un sedicenne il tutto appare molto più comune: il fraseggio, il linguaggio. Il primo libro non ha frasi troppo lungue, sono dei pensieri messi insieme a cui si aggiunge della punteggiatura. 
Questo libro no. Questo libro è il racconto di tre persone abbastanza diverse che non stanno vivendo pienamente, per un motivo o per un altro.
Quindi questo libro ha un modo di porsi più elegante, con una scelta di vocaboli ricercata ed un fraseggio un po' più complesso, anche se rimane un libro che si fa leggere con piacere.
La cosa che mi è piaciuta di più in questo libro sono le frasi in dialetto siciliano, che mi hanno fatto sorridere.
Il libro parla di tre storie: quella di Margherita, quella di Giulio e quella del professore.
Margherita è una quattordicenne che sta compiendo il grande passo del liceo senza suo padre, che è scappato di casa poco prima dell'inizio della scuola. Incentivata dal professore e dalla nonna sicula, Margherita, un po' come Telemaco, cercherà il padre e tenterà di riportarlo a casa.
Giulio è un ragazzo che non sa perché sia in questa terra. E' stato abbandonato dai genitori e vive in una casa famiglia dove non parla mai con nessuno. Sarà Margherita a dare un senso alla sua vita, ed il suo obiettivo sarà quello di accompagnarla nella ricerca del padre.
Il professore (figura veramente irritante, fatemelo dire) che intrattiene una relazione con Stella. E' morbosamente attaccato ai libri, con cui ha un rapporto di amore. Con Stella, però, fugge. Fugge dalle proposte di convivenza e di consolidamento dei legami, fugge perché non sa amare niente oltre i libri.


Questo libro mi è piaciuto. Mi è piaciuto forse anche di più del precedente, anche se non ho avuto modo di appassionarmi a tutti i personaggi. 
Lo consiglio.

2.14.2012

Calamity J. di Juliette Has A Gun

Recensiamo un profumo e recensiamo Calamity J. di Juliette Has A Gun.
E' un brand di profumeria di nicchia che ho scoperto da poco ma che ha già commercializzato diversi profumi. Quello che mi ha incuriosito di più è il nome: Juliette Has A Gun significa "Giulietta ha una pistola"; non so perché, ma mi incuriosisce. Sarà perché in epoche così lontane dove, seppur amanti, Romeo prevaricava su Giulietta essendo uomo, sarà perché il nome di questo brand in realtà mi sa tanto di femminismo e di reinvenzione del nuovo concetto di femminilità, ma mi piace davvero molto. 
Certi loro profumi sono delle interessanti mescolanze di generi sessuali, che li rendono apprezzabili e indossabili sia dagli uomini che dalle donne (anche se questo brand è totalmente fiero di essere un brand che si dedica alle donne).
Il profumo di cui vi parlo è proprio uno di essi: un profumo con ingredienti da uomo forti, caldi, avvolgenti e sensuali ma dosati in modo che il tutto possa diventare se è possibile ancora più femminile delle classiche fragranze da donna. E' effettivamente un profumo da donna e si sente, ma come quei profumi da donna che contengono note mascoline, può far emergere lati nascosti e sorprendere con nuove facce. Sicuramente un profumo da donna ma anche da uomo, visto che gli ingredienti sono quelli (patchouli, ambra, iris e muschio).
Cosa mi ha colpito di questo profumo? Il fatto che sia un legnoso caldo secondo me adatto anche a quelle serate estive dove volete attirare l'attenzione, il fatto che la fragranza si trasformi, che prima si presentino note di patchouli ed ambra molto calde ed avvolgenti e che poi il profumo vada ad ingentilirsi ed acquietarsi con l'iris ed il muschio.


 E' un profumo particolare ed inconsueto, adatto a tutti ed anche a tutte le età. 
Per quanto riguarda il costo, non posso dire che sia esoso come la maggior parte dei profumi di nicchia. Infatti Calamity J. costa €79,00 per 50ml e €103 per 100ml. Mettiamolo subito in chiaro: in confronto ai normali profumi è effettivamente caro, ma considerando che questo è un profumo di nicchia (ed i profumi di nicchia possono arrivare a costare cifroni assurdi per 100ml di prodotto) che è una fragranza molto persistente e che è ottenuta solo con materie prime, questo profumo non è caro, o almeno vale il prezzo che ha. 
Se volete spendere un po' meno potete trovare la cosiddettà "Purse Bullet" che è una versione da borsetta con un contenitore a forma di proiettile troppo bello che contiene 4ml di un olio concentrato al 38% e nel cofanetto trovate anche tre ricariche della stessa capacità al costo di €65.00 (questa versione è venduta anche dei profumi Lady Vengeance, Citizen Queen e Miss Charming, sempre dello stesso brand).
E' una versione un po' difficile da trovare e che trovate solo dei primi quattro profumi usciti di questo brand, ma se cercherete bene, sicuramente troverete (in una profumeria o on-line) questo prodotto anche nelle altre profumazioni.



 

2.11.2012

I was made for loving him, the fashion of his love.

Cosa spinge la gente a suicidarsi? Forse un sentimento di inquietudine ed inadeguatezza, una vita che sta troppo stretta oppure una mancanza, qualcosa che cerchiamo e che ci sfugge sempre. Ma, se cerchiamo la felicità, abbiamo da cercare una vita intera probabilmente senza mai trovare niente.
Ma cosa cercava Alexander McQueen? 


Sì, questa è una sua memoria, una sua celebrazione.


Chi era Alexander McQueen? E, se vi dicessi "le scarpe strane di Bad Romance"? Ecco, esatto. Ma Alexander McQueen non era solo questo. McQueen era un artista, più che uno stilista, era un architetto della moda e dello stile e le sue opere d'arte si indossavano. Cercava sempre le forme più improbabili per i suoi capolavori, i concetti più assurdi, le fantasie ed i tagli più inconsueti. Cercava la perfezione, McQueen, l'arte e la bellezza, e considerava bella anche quel dettaglio che molti potrebbero bollare come "macabro". Dove stava la sua particolarità, la sua caratteristica? 
Lui raccontava attraverso i vestiti, narrava delle storie.
Narrava delle donne lasciate da sole a casa dai mariti soldati durante la battaglia di Culloden, del loro lutto "a prescindere" e del romantico pensare ai loro uomini in battaglia, ma sempre sulla stessa battaglia narrava del vero e proprio stupro che l'Inghilterra fece nei confronti della Scozia. Ma narrava anche dei cambiamenti climatici, delle corride e dei matador, narrava delle bellissime fiabe burtonesche dai tratti grottesci ed inquietanti. McQueen lavorava qualunque materiale: dal pizzo al ferro, dalla seta ai capelli, dal tweed alle conchiglie, dai ricami più raffinati al tulle strappato e lacerato dall'acqua, dalle perline ai fiori veri, dai tessuti tecnici al latex fino al legno (e non solo nelle calzature). Era uno scultore, un artigiano. 
I suoi lavori andavano dal tipico taglio classico al taglio classico rivisitato ed artisticizzato fino a vere e proprie opere d'arte scultorea.
Alexander McQueen era uno degli uomini con più fantasia e più creatività che potessero calpestare il suolo di questo grato a loro mondo. Ma ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio, oltre che in passerella.
McQueen era un uomo timido e lo so capiva dal fatto che, quando finiva una sfilata, si concedeva per alcuni secondi ai fotografi ed agli applausi, ringraziando con un inchino, un cenno di saluto con la mano ed un sorriso timido, compiaciuto e felice ma contenuto, come se vivesse una gioia interiore e lo desse poco a vedere. Non percorreva neanche tutta la passerella, infatti dopo questi piccoli gesti si rifugiava nel buio del backstage, dove operava e lavorava. Ed ancora più a suo agio si sentiva tra macchine da cucire e tessuti. 
Ma, dopo la morte di qualcuno a noi caro, non vorremmo vivere più neanche noi, e questo Alexander lo sapeva. Quindi, dopo la morte della madre, si strinse una corda attorno al collo.


Il mondo, quell'undici febbraio dell'addì duemiladieci, perse una personalità creativa e fantasiosa quanto tormentata ed irrequieta. 
Ricordiamolo.

2.09.2012

Cercando Alaska di John Green

Recensiamo Cercando Alaska di John Green.
E' stato un libro che ho divorato (e che ha attirato l'attenzione di molti miei compagni di scuola).
L'ho trovato in un supermercato tra i superpocket a davvero pochissimo, tipo quattro euro e forse meno e, naturalmente, ne ho approfittato.
E' un libro di cui ho sentito parlare spesso su YouTube in modo entusiastico, ma adesso esprimo la mia opinione. Prima, però, vi racconto un po' l'andazzo del libro. 
Miles è un ragazzo di 16 anni che ha la passione per le ultime parole delle grandi personalità. Decide di frequentare il liceo fuori dalla cittadina in cui abita e quindi si trasferisce a Culver Creek in Alabama, a cercare il Grande Forse. A Culver Creek conosce nuove persone che subito lo accolgono nel loro gruppo: il Colonnello, Takumi ed Alaska. Subito rimane affascinato da Alaska, con un passato così triste ed un presente così fuori dalle regole, sempre a fumare e a fare sesso e ad inneggiare al femminismo. Alaska è una ragazza forte, lunatica, sexy ma molto divertente ed "eccessiva".
E lui, così impacciato e timido ma anche intraprendente, lega subito con lei, diventando amici un po' speciali.
Ad un certo punto, Alaska se ne va lasciando al Colonnello e a Miles tanti interrogativi e l'amaro in bocca.
Di lì in poi ci sarà la ricerca frenetica di ogni scorcio di vita di Alaska, di ogni cosa che potrebbe aver condizionato la sua "fuga". Dove se n'è andata Alaska? Perché lo ha fatto? Cosa è accaduto quel 10 gennaio di così scoinvolgente?


Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo, e non dico così perché voglia dare una recensione per forza positiva, ma se lo devo scrivere, lo scrivo!
Questo romanzo mi è piaciuto perché si ride, si piange, ci si appassiona ai personaggi e si entra nella storia. La scrittura di John Green è molto scorrevole e facile e questo incentiva un "appassionamento" a questo romanzo. L'ho trovato molto intimo e privato, molto personale, come se fosse il diario di un ragazzo adolescente.

2.07.2012

The Born This Way Ball starts here.

Ed eccolo qui: Il Born This Way Ball Tour. Data di avvio: non pervenuta
Data di conclusione: non pervenuta.
Anni: 2012/2013 (almeno questo ci è pervenuto).
Lady Gaga ha voluto graziarci alle sei del mattino di questo sette febbraio dell'addì duemiladodici. 

Il Monster Ball Tour è definitivamente finito, lasciandoci l'amaro in bocca. Amaro in bocca che è stato addolcito da questo!
Vogliamo parlarne? Ma vogliamo davvero parlarne? E parliamone, dai. 
Parliamo di questo tanto rinomato Born This Way Ball Tour, che sicuramente non avrà gli stessi colori pop del Monster Ball, ma che ne conserverà certamente il fascino del grottesco. Parliamo del fatto che è un fottutissimo castello, e mettere un fottutissimo castello su un fottutissimo palco è fottutissimamente geniale.
Se vogliamo proprio parlare, parliamo del Monster Pit.
Dicasi Monster Pit quell'area delimitata dalla passerella. Monster Pit è la fossa dei mostri, dove chi arriverà primo, potrà guardare Gaga ad uno sputo di distanza e, se avrà culo, andare al backstage insieme a lei dopo lo show. Senza sovrattasse, senza pagare di più. Solo abbiate un look strano in stile monster/gagoso e tanto tanto fiato in corpo per riuscire a correre più veloce degli altri. No... devo andarci! *-*





2.06.2012

The Monster Ball will set you free!

Tra esattamente otto ore finirà il sogno del Monster Ball.
Era già finito in quel sei maggio duemilaundici a Città Del Messico, ma la pubblicazione del DVD ne ha posticipato la fine al 21 Novembre. 
Ma si sa, nel mondo del pop un'era finisce quando viene subito soppiantata dall'altra. Fino ad ora del cosiddetto "Born This Way Ball Tour" avevamo poco di concreto, quasi niente, che consistevano in un ipotetico numero di date in tot anni (sarebbero dovuti essere tre). Quindi possiamo ufficiosamente dire che il Monster Ball Tour NON E' ancora finito. Finirà tra poco, però, quando Lady Gaga ci mostrerà finalmente il palco del Born This Way Ball. 
Ma cosa è stato il Monster Ball per noi? Cosa ci ha trasmesso ed insegnato?
Per noi little monsters il Monster Ball è stato una casa, un luogo dove rifugiarsi. Un luogo abbastanza grottesco e "strano", ma un luogo dove potevamo essere quello che siamo, dove nessuno litiga per far predominare il proprio artista, dove ognuno può liberamente professare il suo essere. Sotto il tetto di quegli stati (o il cielo, che dir si voglia) eravamo chiunque volevamo essere per due ore, potevamo essere quello che vogliamo davver essere ma che ci vergognamo di essere nella normalità. Nel Monster Ball niente era normale, la realtà era, per usare un linguaggio tecnologico, "aumentata". Tutto era amplificato, era irreale eppure c'era, non era un sogno. Erano oggetti reali, quelli del palco, e anche il palco era reale, e anche chi ci stava sopra cantando e ballando era reale. Tutto era reale, lì. 

201 date in tre anni, quattro continenti attraversati, tantissimi fan accolti. 
Mi dispiace tantissimo che sia finito, ma d'altronde lo showbiz e fatto di una serie di sovrapposizioni di idee e lavori. Purtroppo, anche se sto parlando del Monster Ball in modo entusiastico, non ci sono mai stato, ma le sensazioni che ho provato sul divano di casa erano le stesse di chi stava in piedi ad esultare allo stadio. 
Purtroppo tra otto ore tutto questo finirà, ma noi little monsters conserveremo dolcemente e premurosamente il ricordo di questo sogno durato tre anni. 
D'altronde, all you gotta do is follow the Glitter Way.

Madonna al SuperBowl: Considerazioni.

Madonnari si rimane, costi quel che costi. Ed io ne sono l'esempio vivente.
Per quando io possa essere "mostro", non nego assolutamente il fatto che Madonna sia effettivamente una delle poche persone che mi abbia aiutato in momenti non particolarmente rosei della mia lunga e vissuta vita (non sfioriamo i toni da epopea bimbominkiosa, please). Ed è per questo che, quando penso a lei, il sorriso da commozione emozionale e celebrale mi sfugge. Un po' perché sono legato a lei "affettivamente" un po' perché la mia filosofia di vita è un confusionario "WWM&LGD? (What would Madonna & Lady Gaga Do?). Ormai è ufficiale: le due donne di cui sopra sono alla base (o meglio, il loro pensiero) del mio pensiero. Una perché ti dice di puntare sempre in alto, non accontentarsi e rendersi felice ad ogni costo, l'altra perché ti dice che nessuna frase grammaticalmente corretta potrebbe mai definire la grandezza di te stesso e che non hai bisogno di etichette e cliché, perché nessuna di esse potrebbe mai rappresentarti appieno. Entrambe insegnano a vivere con le loro vite. Chi ha cercato di vivere come poteva sognando NY e chi ha fatto dell'essere picchiati una interessante storia da raccontare.
Madonna la conservo con affetto e non posso negare assolutamente la valenza sociale che ha avuto.
Ma tutta questa cagnara del nuovo album, MDNA, era necessaria? Era necessario pubblicarlo a tutti i costi? Era necessario questo intervento al SuperBowl? Probabilmente a quest'ultima domanda avrei risposto di si. Devo dire che, però, se fosse stato uno show solo su Madonna e di Madonna mi sarebbe piaciuto di più. A partire dall'intervento dei LMFAO o-come-cazzo-si-chiamano che, per quanto carino e divertente, ha dimostrato che Madonna crede che si farà piacere di più se userà escamotage attuali quanto banali ed inappropriati. Celebri una regina, e ti ritrovi i giullari di corte. Mmmmmh... no.
Per quanto riguarda Give me All Your Luvin'... mmmmmh... no. Madonna era conosciuta per essere una grande, una con le palle, una che se ne fotte di quello che passa in radio. Ma non si poteva fare qualcosa di un po' più innovativo? Personalmente non riesco ad ascoltare questa canzone più di una volta in una serie limitata di tempo, mi annoia. E' come rivangare il passato, solo che anzichè essere il passato di Madonna, è il passato di "starlette" come Britney Spears o Avril Lavigne, che nulla hanno a che vedere con Madonna. Anzi no, la prima ci ha pomiciato. 
Avrei preferito qualcosa di diverso. Questa sembra una canzone da circostanza, come sospetto sia.
L'halftime è stato tutto sommato interessante e divertente, soprattutto il rivangare il passato con PROPRI brani e PROPRIA storia. L'ho trovato profondamente autocelebrativo ed adatto all'occasione. Mi è piaciuta anche l'entrata alla Cleopatra, graziosa, megalomane fino al midollo spinale ma va bene; è Madonna, sa di esserlo ed io la adoro per questo.
Alla fine non butto via niente di questo show, è stato grazioso ed imponente. Ma devo dire che l'era MDNA, personalmente parlando, non è iniziata sotto la più luminosa delle luci.



















2.04.2012

Born To Die by Lana Del Rey

Apro Facebook e scorro la pagina iniziale. Quello che trovo sono i soliti link bimbominkiosi sull'amare (questo amare, poi) e link vari di pagine comiche oltre alle solite pagine di Gaga che mi riempiono di notizie. Ma, oltre a questo, quello che vedo è tanto video sharing, tanto YouTube infiltratosi su Facebook, soprattutto questa canzone, "Born To Die" di questa Lana Del Rey o-come-si-chiama.
Ma no, io sono forte. Lady Gaga mi da già tanto, non voglio altri artistuncoli da strapazzo che si fingono grandi star. Sarà che io il finto alternativo ce l'ho sullo stomaco, ma quei ragazzetti che ascoltano Adele solo perché pensano che sia alternativa, quando alternativa non lo è proprio, mi da tantissima irritazione: fa calare la mia stima su di loro e su Adele, che intanto sta prendendo sempre più piede. 
Questa Lana Del Rey mi da tanto questa impressione: di una finta alternativa con i soldi a portata di mano.
Non so cosa mi abbia portato, quel giorno, a premere il tasto play di YouTube sul video "Lana Del Rey - Born To Die", so solo che è stato un giorno felice. Ma chi è questa Lana Del Rey? Peché era così cliccata su YouTube?
Lana Del Rey è una Lolita bucolica, una Jessica Rabbit senza abito rosso con spacco, una Judy Garland gangsta. Cosa colpisce di lei, oltre la sua immagine così patinata e raffinata eppure così tagliente e d'impatto? Forse la sua voce? Che voce ha Lana Del Rey? Ha una voce che usa toni prevalentemente bassi, con qualche falsetto qua e là. 
In realtà Lana Del Rey era già conosciuta ai pochi newyorkesi alternativi underground sotto il nome di battesimo Elizabeth "Lizzy" Grant. Aveva anche inciso un album, facilmente rimediabile su internet, tra l'altro, che non è mai stato pubblicato. Ritentiamoci un'altra volta: stessa voce, più artifizi elettronici, più tossina botulinica nelle labbra e via, sotto la Interscope-Lady Gaga-Records! Cosa ne esce fuori? Born To Die. 
Perché mi è piaciuto Born To Die? Perché è pop, ma un pop talmente raffinato e godibile da risultare effettivamente un alternativo. Voce curatissima e modulata, immagine luccicante, melodie semplici ma ben imbastite, questo è Born To Die. Recensiamolo traccia per traccia.


BORN TO DIE inizia con l'omonimo singolo, che tiene anche un bel video che consiglio di vedere. Cosa mi ha catturato di questa canzone? Il pathos, il sentimento di amore e morte espresso in modo sobrio ed elegante, dark pop senza troppi fronzoli, solennità e "castità" melodica, tante sviolinate.
E poi abbiamo OFF TO THE RACES e qui abbiamo la prima rivelazione. Completamente diversa dalla precedente, questa canzone appare molt "gangsta" e in certe sezioni è rappata, davvero bella e "diversa".
E poi abbiamo BLUE JEANS, con quei toni un po' western, con quell'atmosfera da vinile, con quella compostezza e pacatezza ma allo stesso tempo con quel sentimento amoroso espresso nella sua pienezza.
E dopo Blue Jeans abbiamo VIDEO GAMES, canzone già più conosciuta rispetto ad altre e ad oggi la più performata. Ricchezza melodica completamente annullata e ridotta ad un pianoforte, qualche violino ed un arpa. Ah, e la voce, che in questa canzone cattura, avvolge, commuove, ferisce, quasi, per la malinconia, per la tristezza.
DIET MOUNTAIN DEW mmmmmh, potevamo fare di più? Sì, potevamo decisamente fare di più. Alla fine non è neanche male come canzone, ma non è una delle migliori, nonnò.
Una canzone veramente bella, invece, è NATIONAL ANTHEM, romantica a modo suo ma molto "consumistica". D'altronde i soldi sono l'inno del successo, no? Archi e fuochi d'artificio da 4 luglio, solennità, gangsta, quello che vuoi, rimane una grande canzone. Singolo subito!
Ma se National Anthem è una grande canzone, siate deliziati ancora di più da DARK PARADISE, che è in assoluto la canzone migliore dell'album.
In un certo senso fa tanto tristezza mal celata, malinconia palese, bei giri di basso per poi sconfinare in un bridge che rinnega tutta la canzone, allegro, positivo, che ti strappa un sorriso appena lo ascolti.
RADIO non è affatto malvagia, però devo dire che è un po' monotona, a parte il ritornello che mi piace tantotantotanto.
Dopo Radio arriva CARMEN, e su Carmen ci sarebbero tantissime speculazioni che dovrei fare a proposito della mia personalissima persona, ma mi fermerò alla canzone. Sviolinate melense in maniera spropositata, ritmo trascinato e voce antica, a tratti un po' rotta, bellissima.
MILLION DOLLAR MAN non ci siamo, rimandato con 4! Nonnò, proprio no. Non ci siamo, signorina Del Rey! Canzone pallosa fino all'inverosimile. Saltatela ed avrete salva la vita.
E poi abbiamo SUMMERTIME SADNESS che devo dire non mi dispiace affatto. Prima non mi piaceva poi così tanto, poi ho iniziato ad ascoltarla veramente, e devo dire che coinvolge abbastanza.
Come brano di chiusura ci perviene THIS IS WHAT MAKES US GIRLS, un abbastanza riuscito di introdurre un po' di RnB. Personalmente trovo leggermente migliore la versione demo, ma neanche questa delude.


In toto questo album vale. Alcuni lo potrebbero etichettare come monotono, ma è solo omogeneo, concluso. Non è un misto fritto, non è un pasticcio, è un album che inizia come finisce, sempre dello stesso genere. Ottimo. Davvero ottimo.